venerdì 31 maggio 2013

Una mia intervista a "Noi Roma" sul "dopo voto". Gli apparati, ahimè, contano ancora tanto.

Ieri sono stato intervistato, un po' sorpreso, da un sito di informazione locale: "Noi Roma". La giornalista era molto ben preparata e con le idee chiare. Non ha fatto domande banali, anzi. Mi ha chiesto della mia Campagna elettorale, conclusa con un buon pacchetto di voti ma non sufficienti; del mio rapporto con i professionisti della politica e di quello che occorrerebbe, adesso, per contrastare davvero l'antipolitica e restituire ai cittadini la voglia (e la certezza) di partecipare.
Qui sotto il link al sito ed all'intervista. Ho detto molte altre cose, ma l'essenza devo dire che è ben riportata.

http://www.noiroma.it/index.php/articoli/4854-la-politica-e’-una-cosa-troppo-seria-per-lasciarla-in-mano-ai-cittadini

Oggi l'Assemblea Bankitalia con le Considerazioni del Governatore. Una radiografia del sistema Italia. Solidarietà e l'impegno ci salveranno.


Oggi Assemblea della Banca d'Italia. Nella snella relazione del Governatore, che vi allego, una fotografia reale dello stato di salute del nostro Paese. Indietro di 25 anni, pieno di incrostazioni e di legacci. Ci salverà, se lo vorremo, una maggiore integrazione europea, una maggiore attenzione alla creazione di posti di lavoro in settori innovativi ma, soprattutto, una nuova idea di soliidarietà che deve fare da collante ad una ripresa che non possiamo più rimandare. Sottolineo  il passaggio sull'aiuto dei governi europei alle loro banche: fiumi di miliardi pubblici. In questo l'Italia (con il solo caso MPS) è andata controcorrente, salvando comunque il risparmio delle nostre famiglie. Sono dati importanti, a pagina 16, leggeteli se avete un po' di tempo.
 
 

giovedì 30 maggio 2013

Il silenzio di un bosco (l'essenziale è invisibile agli occhi).

Mio padre, nell'aprile del 1945, tornò a piedi e con mezzi di fortuna da dove la Marina lo aveva congedato (Napoli) fino su in Liguria, dove vivevano i suoi. Non dava notizie da due anni. Sua mamma lo credeva morto e gli faceva celebrare le Messe dal Parroco del Paese. Arrivò, entrò nella piccola casa contadina, trovò la sua vecchia mamma. Mi disse che non riuscirono a parlare per tantissimo tempo. Si scambiarono un abbraccio forte, profondo, pieno di commozione. Faceva freddo, la casa era poverissima. La prima cosa che fece  fu andare nel bosco a fare legna. Per il camino, per la stufa. Oggi mi torna in mente questo racconto di vita e, finalmente, posso dire che - a 53 anni - lo capisco.
Dopo anni di morti, guerra, bombe, lutti, malattie, sofferenze, trovò il suo bosco come l'aveva lasciato. Silenzioso. Che seguiva i ritmi della natura.
Perchè oggi scrivo di questo? Perchè, nel mio piccolissimo - e papà mi perdonerà per il paragone "blasfemo" -  è come se fossi tornato a casa da una piccola guerra. Della quale, tornando, si fatica a parlare e che molti, distrattamente, non immaginano. La casa di oggi è una città povera e infreddolita, per la quale c'è bisogno di "fare legna". Non è il tempo delle parole, ma degli abbracci. Quelli come papà, quasi settanta anni fa, ricostruirono questo Paese dalle macerie. Nel silenzio, andando all'essenziale. Che poi, come disse la volpe, è invisibile agli occhi.

Legge elettorale. Ma che è il "doppio turno alla francese"? Ce lo spiega Romano Prodi.


Doppio turno alla francese, mono prezzo alla tedesca, paghi due prendi tre. Nella jungla delle proposte politiche di riforma della legge elettorale, un illuminante editoriale di Romano Prodi pubblicato questa mattina sul Messaggero.
Chiaro nella esposizione e nei contenuti. Dopo tutto, la sintesi è semplice: applichiamo il modello di legge elettorale che stiamo utilizzando nelle Amministrative anche a livello nazionale. Diamo ai cittadini la possibilità di scegliere tra molti e poi di focalizzare  la contesa. Vista l'attitudine degli italiani ai distinguo ed alle rendite di posizione, questa soluzione - suggerisce il Professore - appare vincente.

Clicca qui per accedere al sito del "Messaggero" e leggere l'editoriale.

martedì 28 maggio 2013

Il mio risultato. Da qui tutto comincia. Un grazie particolare a.....


IL MIO RISULTATO

A spoglio concluso, non sono stato eletto. I miei circa 600 voti non sono sufficienti ad entrare, nella lista del Pd, nella prossima Assemblea Capitolina. Sono voti numericamente importanti, acquisiti ad uno ad uno, senza un apparato alle spalle, senza un comitato elettorale se non il tam tam degli amici, il porta a porta, la persuasione, i post su fb e qualche sms.
La grande soddisfazione è che questi numeri, per un assoluto outsider, sono eccezionali. Come vedrete nelle altre liste, la media dei voti attribuiti è di 3 - 400, anche di personaggi che da anni fanno politica sul territorio e conoscono i meccanismi di una macchina infernale come quella delle campagne elettorali (per non parlare di "figli d'arte" che si attestano a poche centinaia di preferenze). Per questo, con la sensazione di essere appena sceso da un frullatore, sono molto soddisfatto.
Ma la soddisfazione maggiore, come detto nell'incontro di ieri con Ignazio Marino, è quella di aver contribuito, con forza e decisione, al risultato uscito lunedì sera dalle urne: il Pd è tornato ad essere il primo partito a Roma e Marino va al ballottaggio con 12 punti di vantaggio su Alemanno. E' stato un bel gioco di squadra. Ma non dobbiamo, proprio adesso, allentare la tensione. Manca poco, ma non abbiamo ancora vinto.
Per me, infine, un risultato da cui partire, per non disperdere la grande fiducia che tutti voi mi avete accordato. La mia idea di città solidale sarà portata avanti. Potete starne certi. Roma sta per essere liberata, siamo solo all'inizio.

UN GRAZIE PARTICOLARE 

A Vincenzo Sicchio per i suoi consigli e il suo aiuto professionale, i lay out della mia Campagna, le risposte veloci ed impeccabili; a Giuseppe, Caterina e Loredana Ulivi per i passa parola personalizzaati e l'incoraggiamento; a Francesco Albertini e Lorenzo Reggio per gli imbucaggi nelle zone di Prato Smeraldo, Fonte Meravigliosa e Roma 70; agli amici e colleghi di lavoro (Sergio Gatti, Claudia Benedetti, Alessandro Messina; Cinzia Ministeri) per il sostegno diretto, caloroso, nei loro ambiti di vita e nelle loro cerchie soprattutto nel II Municipio dove ho avuto un risultato insperato; a Francesco e Laura Fornari; agli amici del Gruppo Famiglie, ai ragazzi (e non solo)  della Parrocchia Ss. Annunziata, in particolare a Giovanna Provazza e Maria Rosaria Milana per il tempo dedicato al sostegno della mia Campagna e per i consigli; a Monica ed Alessandro Zangari;  agli amici del gruppo degli SSA; a Marco Pattumelli ed alla sua bella famiglia; a Maria Celeste Gigantesco; a Claudia Badaracchi mia mandataria e supporter tecnico amministrativo davvero instancabile; a Laura Badaracchi per l'aiuto sul versante pubblicistico (insieme a Stefano Trasatti di Redattore Sociale); ad Angela Antonaci, Cristiana Rossi, Rosella Grande ed a tutti coloro (davvero tanti) che mi hanno assicurato voti e sostegno (anche disgiunto!!!) attraverso messaggi e telefonate e che, per i ruoli che ricoprono, voglio proteggere nella propria privacy.

Un ringraziamento speciale va Patrizia Prestipino, che mi ha voluto nel suo comitato elettorale alle ultime Primarie a Sindaco di Roma e con la quale è nata una bella sintonia politica (ragionando di nuovo welfare e sussidiarietà): a lei - ed alla sua speciale instancabile mamma, Signora Luana -  il grazie per questa grande opportunità che mi è stata data, il grande aiuto ed i tanti consigli, e con lei a tutti i ragazzi della sua/nostra squadra (dimentico sicuramente qualcuno): Alessandro Ronzi, Marzia Tamburrino, Federico Tolo, Federica Abatelli, Lucia Palone, Emanuele Forlani, Massimo Minnetti, con i quali abbiamo condiviso incontri per Roma, volantinaggi e gazebo. Ai presidenti dei circoli Pd Aurelio, agli amici del gruppo "Di a Da Sinistra 2.0", ad Agatino Grillo di Democratici Digitali.

Infine, a miei fratelli Stefano e Paolo e soprattutto ad Anna e Sara. Che sono salite con me nel frullatore con sensazioni discordanti: da un lato la speranza del successo, dall'altro quella di rivedermi  un po' di più a casa e di ritornare presto ad una vita normale (la loro, davvero, una forza speciale).

Chiedo scusa ai tanti che sto sicuramente dimenticando. Ma siete nel mio cuore, uno per uno. Sento grande la responsabilità della fiducia che mi avete accordato. Da qui si comincia.

Colpa del Derby.

Alemanno dà la colpa al Derby. Grillo e De Vito (candidato sindaco dei Cinquestelle) danno la colpa ai giornalisti e soprattutto alle scarse risorse economiche (non è che per caso il finanziamento pubblico, con dovuti correttivi, ha lo scopo di permettere a tutti di giocare la stessa partita?). Diciamo che di demagogia colpisce, di demagogia perisce.
Ma, a parte le facili battute, queste sono le ore in cui è evidente come il Candidato Sindaco Ignazio Marino, il Partito Democratico e tutte le liste che lo hanno sostenuto, hanno comunque fatto un gran bel lavoro sul territorio.
Parlando alla gente, consumando le suole delle scarpe, diventando afoni.
Non è ancora il momento di allentare la tensione. Il ballottaggio non è una passeggiata, anche se Marino parte da un buon vantaggio. Ma questa destra romana venderà cara la pelle, non dobbiamo allentare la guardia. Ancora due settimane e poi la liberazione della Capitale.
Per quanto mi riguarda, attendiamo i risultati definitivi. Li commenteremo insieme, vi racconterò le mie sensazioni più profonde di questa campagna che è stata un onore e un privilegio. Grazie a voi.

lunedì 27 maggio 2013

A proposito di calo di affluenza alle urne. Partecipo, ergo sum.

Questa tornata delle Amministrative sta portando alla luce il dato, eclatante, della disaffezione al voto. Un fenomeno già ampiamente noto, non da oggi. Ma che adesso rischia di diventare endemico e - quel che è peggio - sempre più difficile da contrastare.
Prima di tutto va detto, però, che cinque anni fa le Amministrative erano abbinate alle Politiche (pertanto il dato, in assoluto, non è confrontabile), ma questa non può e non deve essere una giustificazione.
Non votare è molto, ma molto peggio del voto di protesta. Votare è comunque segno di voglia di partecipare, di cambiare, di far sentire la propria voce.
Non votare significa aver perso ogni speranza. Ma, soprattutto, non mette neppure più in condizioni più potersi lamentare, dopo. Della serie: "fate quel che volete".
Chi non vota pensa in cuor suo di protestare, mentre così facendo lascia solo campo libero a chi la politica la intende come potere o come terreno di scontro finale tra istituzioni, magari con l'aggravante del populismo. Dimenticando che, invece, politica è solo ricerca, difficile ed affannosa, del bene comune.
Mancano ancora poche ore alla chiusura dei seggi. Chi può e ancora non lo ha fatto, vinca il livore, la pigrizia, la delusione. Comunque, vada a votare. Dia il segno della volontà di esserci, di partecipare, di sentirsi parte di una comunità.

sabato 25 maggio 2013

In questa giornata di silenzio elettorale....


"Se...." 

Se riesci a conservare il controllo quando tutti
Intorno a te lo perdono e te ne fanno una colpa;
Se riesci ad aver fiducia in te quando tutti
Ne dubitano, ma anche a tener conto del dubbio;
Se riesci ad aspettare e non stancarti di aspettare,
O se mentono a tuo riguardo, a non ricambiare in menzogne,
O se ti odiano, a non lasciarti prendere dall'odio,
E tuttavia a non sembrare troppo buono e a non parlare troppo saggio;
Se riesci a sognare e a non fare del sogno il tuo padrone;
Se riesci a pensare e a non fare del pensiero il tuo scopo;
Se riesci a far fronte al Trionfo e alla Rovina
E trattare allo stesso modo quei due impostori;
Se riesci a sopportare di udire la verità che hai detto
Distorta da furfanti per ingannare gli sciocchi
O a contemplare le cose cui hai dedicato la vita, infrante,
E piegarti a ricostruirle con strumenti logori;

Se riesci a fare un mucchio di tutte le tue vincite
E rischiarle in un colpo solo a testa e croce,
E perdere e ricominciare di nuovo dal principio
E non dire una parola sulla perdita;
Se riesci a costringere cuore, tendini e nervi
A servire al tuo scopo quando sono da tempo sfiniti,
E a tener duro quando in te non resta altro
Tranne la Volontà che dice loro: "Tieni duro!".

Se riesci a parlare con la folla e a conservare la tua virtù,
E a camminare con i Re senza perdere il contatto con la gente,
Se non riesce a ferirti il nemico né l'amico più caro,
Se tutti contano per te, ma nessuno troppo;
Se riesci a occupare il minuto inesorabile
Dando valore a ogni minuto che passa,
Tua è la Terra e tutto ciò che è in essa,
E - quel che è di più - sei un Uomo, figlio mio!


Rudyard  Kipling


venerdì 24 maggio 2013

A tutti voi che mi avete seguito in questa avventura. Ancora un piccolo sforzo!

Carissimi tutti.

Vi rubo solo un minuto per ringraziarvi ancora tutti del sostegno, dell'incoraggiamento, delle belle parole che personalmente o a mezzo email, mi avete rivolto in relazione alla mia candidatura per il Consiglio Comunale di Roma (la denominazione ufficiale è "Assemblea Capitolina") nel Partito Democratico.

Ormai ci siamo, si vota tra due giorni.

Con questo post volevo  solo chiedervi la massima attenzione per evitare che i vostri voti, e quelli dei vostri familiari magari anziani, siano dispersi o annullati.

Vi riassumo le cose principali:

1. Voteremo con 2 schede. Una azzurra (per Sindaco e Consiglio Comunale), una rosa (per il Municipio).

2. La scheda azzurra - non spaventatevi - è una scheda "monstre" larga oltre 1 metro e trenta. Contiene i nomi dei 19 candidati sindaci (sic!) e le liste che li sostengono.  

3. Sempre nella scheda azzurra, per chi intende sostenere Ignazio Marino Sindaco, lo spazio è il penultimo a destra. Chi desidera votarmi, deve fare una croce sul simbolo del PD (Partito Democratico) e scrivere accanto "MARCO REGGIO". In quel caso il voto va anche automaticamente a Ignazio Marino come candidato Sindaco.

4. E' previsto il cd. "Voto disgiunto" e il "Voto disgiunto di genere" (non spaventatevi nuovamente): con il primo, è possibile votare un Sindaco e, insieme,  un esponente di una coalizione che non lo sostiene (ovviamente dovrà mettere la croce sul nome del Sindaco che intende votare e poi anche sul simbolo del partito - di un'altra coalizione - del candidato Consigliere  che si vuole votare, indicando ovviamente il suo nome a fianco).

5. Per "voto disgiunto di genere" si intende la possibilità di dare 2 preferenze: ad 1 uomo e ad 1 donna. Se votaste due uomini o due donne, il secondo nome sarebbe annullato.  Nel mio caso, non ho "abbinamenti" stabiliti. Ma se non sapeste chi votare, vi suggerisco la giovane Valentina Grippo (anch'essa candidata al consiglio comunale nella lista PD).

6. Per la scheda rosa vale quanto detto ai punti precedenti. E' possibile indicare il candidato a Presidente di Municipio e 2 preferenze di genere (attenzione, sempre un uomo e una donna).

Si vota domenica 26 maggio dalle 8 alle 22 e lunedì 27 maggio dalle 7  alle 15.  Occorre avere con sé un documento valido e la scheda elettorale.

Vi ringrazio della vostra attenzione e amicizia. Indipendentemente dal fatto che possiate votarmi o meno (e farmi votare!), andate alle urne. E' la cosa più bella e importante da fare. Libertà è partecipazione. Nell'interesse di tutti.

Con amicizia. 

Marco

giovedì 23 maggio 2013

Roma Today. Intervista a Marco Reggio Candidato Pd Comune di Roma

Clicca qui per accedere all'intervista pubblicata da Roma Today

Appuntamento oggi al Circolo PD Aurelio

Ricordo agli amici romani che oggi, alle 19, insieme a Patrizia Prestipino, sarò al Circolo PD Aurelio (Via Graziano, 15). Ospite del segretario Claudio Blasi e per presentare anche la candidatura a Presidente del XIII Municipio, Valentino Mancinelli.

Roma al voto. Perchè non si può più votare Alemanno ed una Giunta di destra.

Vorrei, a pochi giorni dal voto romano, provare a spiegare perché non si può proprio più votare ancora Alemanno ed una giunta di destra.
Il disagio che vediamo e viviamo ogni giorno (una città più triste, chiusa in se stessa, paurosa dell'altro, che non ha speranza per i propri figli, che consuma il benessere accumulato dalle generazioni precedenti) è riconducibile ad una politica che, scientemente, ha voluto in questi cinque anni favorire rendite di posizione e gruppi di potere a danno dell'interesse e del bene comune.
Il benessere di una collettività si crea legando assieme i tre grandi "capitali": quello culturale (le conoscenze), quello sociale (il senso di comunità, il rispetto delle regole, l'inclusione, le responsabilità) e quello economico (che, infine,  crea ricchezza ed opportunità). Fino al 2008 Roma, pur tra tante difficoltà derivanti dalle sue dimensioni e dal suo territorio, ha garantito comunque il collegamento tra questi tre "capitali" generando valore diffuso.
Da cinque anni non è più cosi. E i risultati si vedono. E non solo per colpa della crisi.
Faccio un solo esempio: il turismo (da sempre valore primario per Roma). Dal 2008 ad oggi la ricchezza prodotta dal turismo romano è aumentata del 20 per cento. Ma a questa crescita, paradossalmente, ha fatto seguito una diminuzione degli addetti, cioè una perdita secca di posti di lavoro. Perche? Perchè senza alcuna visione prospettica, si è favorito un turismo "mordi e fuggi" (il tempo medio di permanenza di un turista a Roma è di 2,5 giorni contro i 4,5 di Berlino o altre capitali; per non parlare delle navi da crociera che da Civitavecchia inseriscono tour di 6 ore nella Capitale). Il che favorisce sicuramente chi vende bottigliette di acqua minerale a 6 euro davanti a San Pietro, ma non crea benessere sociale. E, quel che è ancora più grave, depaupera il territorio e lo violenta (corollario di questa politica è ormai la totale mancanza di controllo sui pullman turistici che invadono il centro). Favorire le rendite di posizione significa, pertanto, anche essere insofferenti alle regole, non educare alla convivenza civile ed alla legalità, impoverire ed imbarbarire la città.
Lo stesso si potrebbe dire per quanto avvenuto per gli altri tre "pilastri" su cui storicamente si fonda la "ricchezza" di Roma: pubblico impiego (assunzioni clientelari, demotivazione di molti bravi funzionari, favori agli amici); immobiliare (nuove cubature mastodontiche nelle periferie con migliaia di appartamenti vuoti ed invenduti); finanza (accumulazione di ricchezza finanziaria e non per lo sviluppo). Sempre con un obiettivo: salvare rendite di posizione. Una visione suicida  in un contesto di globalizzazione. Le altre Capitali corrono, Roma torna indietro.
Ci si riempie ormai la bocca con il termine "bene comune". Ebbene, come ci insegna uno dei principali Documenti del Concilio Vaticano II, la  Gaudium Et Spes, bene comune non significa "la somma degli interessi individuali", bensì la creazione di quelle condizioni che consentano, a ciascuno, di sviluppare il proprio essere, le proprie aspettative, le proprie attitudini. In altre parole, di realizzare se stessi in armonia con il prossimo.
Con questa visione della cosa pubblica (da cui poi discende tutto: politica dell'ambiente, trasporti, bike e car sharing, assistenza domiciliare ai più esposti, lavoro giovanile, cooperazione, accesso al credito con la microfinanza, sicurezza, ecc.), vi invito ad andare a votare domenica Ignazio Marino Sindaco. E, se lo ritenete, di votarmi nella scheda azzurra facendo una croce sul simbolo del Partito Democratico.
La politica di questa destra che ha governato Roma negli ultimi cinque anni è stata - a dir poco - rovinosa. E' arrivato, davvero, il momento di cambiare.  Coraggio, non perdete la fiducia!

Intervista pubblicata sul sito "Compliancenet.it" . Partendo dal Quaderno sui beni confiscati. Per finire a Roma ed alla mia candidatura.

Clicca qui per accedere al sito compliancenet.it

martedì 21 maggio 2013

Piccolo promemoria per recarsi alle urne!


La politica del cerone



A Roma si avvicinano le elezioni, e si vede. Questa è una strada della zona Sud, fino a pochi giorni fa piena di buche e dossi. Poi, improvvisamente, una mattina, rapidissimi lavori per il rifacimento del manto stradale. Ma solo di un pezzettino, quello bene in vista. Il resto, come prima. E' la politica del belletto, del fondotinta, del cerone. E i problemi, sotto, restano tutti.

Appuntamenti di oggi: The Hub Roma e Città dell'Altra Economia

Oggi incontro allo spazio "The Hub Roma" in Via dello Scalo di San Lorenzo. Ore 13.00

Alle ore 18.00 invece sarò alla Città dell' Altra Economia (Largo Dino Frisullo, 1 - Testaccio) dove è in programma la Tavola Rotonda "Il futuro della città" con Francesco Erbani, Romano Benini, Walter Tocci, Cecilia D'Elia.

lunedì 20 maggio 2013

Eredità Alemanno: cinque incubatori di impresa lasciati morire. Mentre la disoccupazione giovanile è al 40 per cento.


UNA DELLE MANCANZE della Giunta Alemanno che suscitano la massima indignazione, è stata lo scientifico abbattimento di una delle migliori innovazioni della Giunta Veltroni, riconosciuta a livello internazionale: la creazione di cinque "incubatori" di impresa che consentì al Comune di Roma, nel 2006, di essere selezionato dalla Commissione Europea come miglior caso di politiche pubbliche per la promozione di impresa "responsabile" (a coronamento di un grande lavoro progettuale tra pubblico e privato avviato nel 2001).
Dal 2001 al 2007 il Comune di Roma gestì 50 milioni di euro: molti di essi (circa il 70%) andarono direttamente alle imprese attraverso contributi a fondo perduto, prestiti agevolati (convenzioni con la BCC di Roma e Banca Etica), microcredito. Il resto fu investito in servizi e infrastrutture.
Nacquero allora cinque incubatori di impresa, due centri servizio e la Città dell'Altra Economia a Testaccio.
Dal 2008 queste strutture sono state lasciate andare, abbandonate o non manutenute.
In cinque anni la Giunta Alemanno ha chiuso l'incubatore di Corviale (il primo aperto) che arrivò ad ospitare oltre 40 imprese giovanili, attività formative, diventando anche centro convegni (vi passarono Jeremy Rifkin e Vandana Shiva); ha lasciato privi di ogni gestione gli incubatori "Play" e "InVerso" della Garbatella; chiuso il centro per l'impresa responsabile "Respect" anch'esso della Garbatella. Chiusi, infine, i due centri servizio per l'avvio di impresa, a San Basilio ed ancora alla Garbatella.
In tutto questo, è stato lasciato "galleggiare" un progetto innovativo come la Città dell'Altra Economia a Testaccio, basato anche su un eccellente piano di recupero di manufatti industriali del secolo scorso, progetto apprezzato anche in ambito internazionale.
Tutto questo mentre oggi a Roma la disoccupazione giovanile è al 40 per cento. Grazie Alemanno.

Indignatevi!

Centinaia di migliaia di euro spesi dalla destra per convincere gli elettori romani a votare, ancora, Alemanno. E' una vergogna. Alla faccia della crisi, della moderazione, della sobrietà. Una montagna di soldi buttata in manifesti che nessuno più ha voglia di vedere, per non parlare dello stesso Alemanno che - incurante della opportunità che sfocia nel conflitto di interessi - ha tappezzato i "suoi" autobus (magari non quelli fermi nei depositi per mancanza di manutenzione) con la sua immagine con tanto di fascia tricolore
E voci dalla città (una città con la disoccupazione giovanile al 40 per cento, sempre più incupita) raccontano di cene elettorali per centinaia di persone nel peggior stile della destra cittadina. Ma di cosa ci si deve indignare se, come ieri a Report, si viene a sapere che Berlusconi fa sconti del 90% al suo partito per pubblicità elettorale sulle reti Mediaset o suoi giornali? Quando si riuscirà a sbrogliare questa matassa di interessi dei pochi a svantaggio dei tanti?
Questo Paese e questa città devono dimostrare di avere ancora la capacità di indignarsi, di prendere in mano il proprio destino con un voto libero.

Istantanee dal Salone del Libro di Torino: "Dal bene confiscato al bene comune" - 17 maggio 2013




Torino, Salone Internazionale del Libro, 17 maggio. Due momenti della presentazione del volume "Dal bene confiscato al bene comune", curato dal sottoscritto per la collana "Quaderni" della Fondazione Tertio Millennio Onlus (Edizioni ECRA). Nella prima foto, da sinistra M. Reggio, Sergio Gatti (Dg Federcasse), Alessandro Azzi (Presidente Federcasse), Gianfranco Fabi (Radio 24), don Luigi Ciotti (Libera), Giancarlo Caselli (Procuratore Capo Repubblica di Torino).

Nella seconda, il Procuratore Caselli, mostra il libro accompagnandolo di parole lusinghiere: "C'è bisogno di strumenti come questo per educare alla partecipazione ed alla legalità".

martedì 14 maggio 2013

"Dal bene confiscato al bene comune" Venerdì 17 maggio al Salone del Libro di Torino.

Venerdì 17 maggio sarò a Torino a presentare, al Salone del Libro, il volume "Dal bene confiscato al bene comune", di cui sono curatore, redatto in collaborazione con l'associazione antimafia "Libera" e pubblicato dalla casa editrice Ecra.
Alla presentazione, alle ore 14 presso lo "Spazio Incontri" del Padiglione 2, parteciperanno il presidente di "Libera" don Luigi Ciotti, il Procuratore Capo della Repubblica di Torino Giancarlo Caselli ed il Presidente e il Direttore di Federcasse (l'associazione delle Banche di Credito Cooperativo italiane) Alessandro Azzi e Sergio Gatti. Coordina il giornalista Gianfranco Fabi di Radio 24.
L'idea da cui nasce questo Documento mi è venuta sulla scorta dell'esperienza maturata con il sostegno, attraverso le BCC e la Fondazione Tertio Millennio - Onlus, ad alcune cooperative di giovani in Puglia, Calabria, Campania e Sicilia che coltivano terreni confiscati alla criminalità organizzata. Il lavoro che fanno questi giovani è incredibile. Vivono, sopportano e superano condizionamenti ambientali, difficoltà burocratiche e di accesso al credito (hanno i beni in comodato gratuito e quindi le banche non concedono prestiti in mancanza di beni in garanzia) svolgendo al tempo stesso una insostituibile azione di difesa della legalità ed educando, ancora una volta, alla democrazia economica ed alla partecipazione. Sono davvero, come tanti altri, gli eroi silenziosi del nostro tempo. E che dimostrano come il nostro Paese sia decisamente migliore di coloro che lo rappresentano. A Torino parleremo di tutto questo: di come aiutare a diffondere una esperienza virtuosa. Se avrete piacere, per chi potrà, appuntamento venerdì al Lingotto.

lunedì 13 maggio 2013

Ius soli. E' latino. Forse per questo la Lega non capisce

Sentivo Radio 24 stamattina, in auto. Il tema: la cittadinanza ai figli dei lavoratori stranieri nati in Italia: da subito, per il solo fatto di essere nati qui (e non dopo 18 anni, se tutto va bene). E' il famoso "ius soli" (diritto che deriva dal luogo) che trovo essere una elementare, ovvia, regola di civiltà.
Nel dibattito radiofonico, un deputato leghista, continuava - con estrema difficoltà - a girare attorno al problema buttandola, come diciamo qui a Roma, in "caciara". Con la solita storia degli immigrati che prima devono imparare i nostri usi e costumi, la nostra lingua, le nostre tradizioni... e poi, forse, dopo... Dimenticando il fatto che qui si stiamo parlando di "nuovi nati". Bambini nati qui. Che vanno a scuola qui. Che imparano da subito l'italiano, la nostra storia, la nostra cultura. Che si sentono italiani da subito. Che non hanno discriminazione alcuna in classe (perchè i nostri figli sono molto meglio di noi). Che accidenti c'entra la storia dei loro genitori? E' una colpa l'essere figli di immigrati (regolarmente in Italia per lavorare e pagare le tasse?).
Anche qui si gioca sporco, facendo leva sulla paura del prossimo, del "diverso". Ma diverso da chi?
PS: al deputato leghista, di cui non ricordo il nome, vorrei dire che ci sono moltissimi italiani che non sanno l'italiano, non conoscono la storia e la  cultura del nostro Paese. Di questi che facciamo?

Signora, permette una parola? Sono un candidato vero, non sul volantino.

Sabato scorso, pomeriggio, al gazebo del Comitato Marino di Viale America all'Eur. Con gli amici che si candidano al IX municipio (ex XII), Marzia Tamburrino e Alessandro Ronzi per il Pd e Federico Tolo per la lista Civica Marino. E' sempre bello incontrare la gente, permette di capire meglio di qualsiasi altra cosa l'umore vero della tua città. I suoi bisogni, i suoi timori, le sue speranze.
C'è chi ti ferma e volentieri scambia due parole sul Partito (punto davvero critico dopo le ultime vicende sul Quirinale), chi svicola e taglia corto, chi non si ferma ma a bassa voce dice "mandate via questa destra!". 
La tattica vincente? Far capire che quella persona sul volantino che porgi non è lontana chissà dove ma lì davanti a loro. "Ha mai visto un candidato farsi il proprio volantinaggio"? "No, veramente". Ecco. Questo fa la differenza!
A parte tutto, vorrei fare una riflessione di fondo: c'è tanta difficoltà a fermarsi un attimo, a guardarsi negli occhi, a scambiare due parole. Sempre di corsa, sempre di fretta. Che poi è una fretta evidentemente irrazionale, forse ostentata proprio per non avere la scocciatura del doversi confrontare. Questa è la Roma che non mi piace, che non credo piaccia a nessuno. Lo capisci quando, finalmente, trovi la parola giusta, il sorriso, il pretesto per presentarsi e presentare quello che hai da dire. Le persone si sciolgono, hanno "fame" di contatti e di scambi. Anche questo timore è  una eredità pesante che dobbiamo cancellare. Coraggio, mancano pochi giorni e finalmente torneremo a sorridere.

venerdì 10 maggio 2013

E' il mercato (della politica), baby.

Credo non ci sia niente di peggio, e di più pericoloso, della deriva populista. Perchè - la Storia ce lo ha insegnato - questa è un fiume ingovernabile che, come tutti i corsi impetuosi,  travolge ogni cosa. Buona o cattiva che sia. E peccato per chi ci resta sotto.
Uno dei temi preferiti per questo genere di deriva è, da un po' di tempo,  il "costo della politica". Fermo restando che nessuno, proprio nessuno, credo abbia più voglia di accettare o giustificare sprechi, prebende ignobili, quadrupli incarichi e quant'altro, credo sia però necessario anche in questo caso procedere con equilibrio. Lo spunto per questo post me la dà la notizia dei conflitti anche aspri nel Movimento Cinque Stelle a proposito del limite dei 2.500 euro di stipendio per i loro giovani parlamentari . I quali, prima delle elezioni - molti di loro precari o giovani disoccupati - avrebbero sottoscritto (come poi hanno fatto) ad occhi chiusi un simile trattamento. Ma, c'è un però...
La politica attiva, quella che si fa tra la gente, in una città costosa e immensa come Roma, a patto di volerla fare bene, costa. E pure parecchio. E, credetemi, 2.500 euro sono davvero pochi per questo genere di impegno. Chi ha obbligato questi ragazzi ad accettare tale limite (magari da un villone in collina, con conti in banca a sei zeri guadagnati, lo sottolineo, con merito nei palasport e in anni di carriera) o non sa di cosa parla (e non lo credo) oppure gioca ad un gioco che non comprendo.
Qui si tratta di stabilire il giusto compenso per una giusta attività. E qual è il parametro del "giusto"? Non la media dei pareri via web (se votano mille persone che guadagnano cinquecento euro al mese il risultato è scontato), ma, più semplicemente, la possibilità di svolgere il proprio lavoro LIBERAMENTE, senza vincoli con chicchessia e di chicchessia. Impegnando intelligenza, tempo, risorse personali anche, come accade, a scapito di molti sacrifici. E' il mercato (della politica), baby. Il resto, appunto, demagogia.

martedì 7 maggio 2013

Respirare al ritmo di Roma. Appunti di campagna elettorale.

La mia Campagna elettorale prosegue con impegno e senza sosta. Non ho un apparato alle spalle, non ho un comitato elettorale eppure me la sto giocando tutta, questa opportunità. Incontrando persone, proponendo incontri, sollecitando idee, e tanto altro. Penso che essere candidato alla Assemblea Capitolina (oggi questa è la denominazione corretta del Consiglio Comunale) sia prima di tutto un onore. Girare per la città e guardarla con gli occhi di chi, domani, potrebbe essere chiamato a concorrere a decisioni importanti, fa la differenza. Millenni di storia, una bellezza a volte commovente, milioni di persone che ogni giorno si muovono al suo respiro. Credetemi, dà i brividi.
Ci penso la mattina presto, quando la città si risveglia; uomini, donne, ragazzi e ragazze, anziani, immigrati, questa varia umanità è l'anima di Roma. Non so quanti, tra coloro che si apprestano a guidare questa città,  abbiano questa consapevolezza profonda: vale a dire la responsabilità di un mondo intero e delle sue aspettative, le sue speranze, la sua voglia di un ambiente migliore nel quale vivere e crescere i propri figli.
Naturalmente non so come andrà a finire. Ma non è questo il punto. Il mio obiettivo principale è seminare idee nuove per la politica: come l'uso del microcredito per fini di sviluppo; tradurre in pratica i nuovi indicatori del benessere sociale; ragionare su forme nuove di integrazione tra pubblico e privato nella gestione del welfare cittadino, studiare  nuove soluzioni per l'accesso al bene-casa per le giovani coppie.  E molto altro. Se si guarda alla politica come "servizio" alla comunità, tutta la prospettiva cambia. Il bene comune non è, come molti erroneamente credono, la sommatoria degli interessi individuali, bensì il punto di incontro tra questi. Un punto di incontro che non può che passare dalla attenzione ai bisogni, dalla partecipazione, dalla solidarietà, dalla consapevolezza di essere comunità.