mercoledì 17 dicembre 2014

A proposito di Benigni e dei suoi Dieci comandamenti

Molti hanno scritto e detto di Benigni e dei suoi 10 comandamenti. Vorrei dire qualcosa anche io, dopo un po' di riflessione silenziosa.
Si è trattato di una pagina di grande tv. Densa, ricca, di altissimo livello professionale (provate voi a parlare in quel modo per due ore di fila) che conferma - se mai ce ne fosse bisogno - la figura di un uomo (riduttivo definirlo "di spettacolo") del quale il nostro Paese deve andare fiero.
Nel merito, non so quanto della mole di citazio...ni, passaggi, sottolineature, enfatizzazioni, sia passato attraverso il grande schermo ad una platea italica sopita da anni su trasmissioni spazzatura e spegni-cervello.
Parlare di Dio, dei Comandamenti, era un impegno terrificante. Geniale l'incipit e la chiusa "non capiamo nulla di tutto quello che diremo perchè avviciniamo un mistero troppo grande da essere ricompreso dalla natura umana". E questo artificio semantico ha invece consentito di avvicinarsi ad un testo millenario con la dovuta libertà, consentendo di restare folgorati dalla attualità e dalla altezza dei temi che le "regole" dettate da Dio sul Sinai erano in grado di offrirci.
Pensiamo solo che l'Esodo è stato scritto 3 mila anni fa e rivolto ad un "popolo" (un insieme di pastori per la verità) che solo nel percorso del tempo acquisisce la consapevolezza di essere tale, di essere stato Scelto. Un Libro che parla di rispetto della donna, di riposo per gli schiavi, della malvagità della violenza in un contesto in cui questi temi erano del tutto rivoluzionari, sconvolgenti per lo statu quo e la natura dell'epoca. Non ci vuole un genio per capire come, sottolineando proprio questo, Benigni abbia fatto capire come nessun uomo, per quanto detto, sarebbe stato in grado solo di "pensare" o di "scrivere" norme di quel tipo in quel contesto storico e culturale. Non si tratta di credere in Dio o meno. Si tratta di avere l'onestà intellettuale di comprendere che si è di fronte ad un grandissimo Mistero. A delle Regole che, se rispettate, cambierebbero il volto delle nostre case, delle nostre città, delle nostre nazioni, del mondo intero. Non regole chiuse o - peggio - retrograde (quanti danni ha fatto la sessuofobia della Chiesa sul sesto comandamento, storpiato nella sua essenza originaria) ma profondissime ed altissime allo stesso tempo, capaci - se lette, rilette, masticate, comprese come ci ha permesso di fare Benigni - di aprire orizzonti nuovi alla vita di ognuno di noi.
Viviamo qui e ora. Questa è la nostra eternità. Una esperienza unica ed irripetibile, che avrà valore e sarà benedetta (e colmata di lunghi giorni) se sapremo onorare i nostri genitori, non ammazzare la vita, non fiaccare la speranza di chi merita o chiede fiducia, non provare invidia ed aprirsi alle novità che la vita stessa, se accolta e non respinta, ci presenta ogni giorno.