lunedì 15 settembre 2014

Finanza ad Impatto Sociale. Per un nuovo paradigma di sviluppo

Stamattina a Roma è stato presentato il Rapporto Italiano "Social Impact Investment", vale a dire lo studio italiano (nato in ambito G8) sulla finanza a impatto sociale. E' frutto di un lavoro ampio, nato un anno e mezzo fa quando il primo ministro inglese Cameron propose in ambito G8 di ragionare su tutte quelle forme di investimento finanziario in grado di generare benessere sociale e non pura remunerazione per l'azionista (speculazione), pur riconoscendo a quest'ultimo il diritto legittimo al ritorno dell'investimento stesso.
L'evento di Roma di stamattina (alla Camera, con la Presidente Boldrini) si è tenuto in contemporanea con le presentazioni dei Rapporti nazionali degli altri membri del G8. Per chi avesse interesse si possono scaricare (insieme al rapporto di sintesi internazionale) al sito "socialimpactinvestment.org".
Ho avuto il privilegio di partecipare ai lavori della TaskForce italiana in rappresentanza della mia organizzazione, il Credito Cooperativo. Lavorando nello specifico alla selezione delle "best practices" poi incluse nel Rapporto e capaci di diventare un modello di riferimento.
L'esperienza delle BCC ha consentito di ragionare sui programmi di microcredito e microfinanza, sui "social bond" (obbligazioni destinate a sostenere imprese sociali o programmi di sviluppo territoriale), sulla misurazione dell'impatto stesso ("metrica mutualistica") e sulla cooperazione come "tecnicalità" in grado di bypassare ostacoli prima di tutto culturali. Tra le buone pratiche, anche il complesso delle iniziative "di rete" per il sostegno dei beni confiscati alla criminalità organizzata e destinati a fini di utilità sociale.
Si calcola che in Italia il "mercato" della finanza ad impatto sociale (al Governo Renzi oggi sono state presentate 40 proposte per renderla fluida ed efficace) possa raggiungere nel 2020 i 250 miliardi di euro. Di questi circa il 60% saranno coperti dalla finanza cooperativa e mutualistica.
E' uno scenario importante, non solo per il nostro Paese ma più in generale per una Europa fiaccata dalla crisi. Investire in imprese capaci di generare benessere diffuso e duraturo, occupazione, sostenibilità significa anche poter attrarre risorse e diminuire l'incidenza del debito pubblico sui programmi di welfare. Significa davvero impostare un nuovo paradigma di crescita. E sono contento che oggi la Presidente Boldrini abbia ricordato come non tutto si può ridurre al Pil. Ragionando ancora una volta sugli indicatori del Benessere Equo e Sostenibile. La finanza di impatto sociale si pone all'interno di questo ragionamento.