mercoledì 18 giugno 2014

Le tracce della Maturità 2014

TRACCE MATURITA'. Non so se sono lo specchio del Paese, ma forse un poco si. Mentre i ragazzi (tra i quali mia figlia) in questo momento stanno scrivendo il tema di italiano, rifletto su due degli argomenti proposti: il tema del "dono" e della "gratuità" e quello della riscoperta del bello (da un articolo di Renzo Piano uscito in gennaio sul Sole 24 Ore "il rammendo delle periferie"). Sul "saggio breve" del dono la riflessione scaturiva da brani di Deledda, Adorno e di Enzo Bianchi (il priore della comunità di Bose).
Ora, due indizi non fanno secondo me una prova, ma certamente queste due tracce segnano una inversione gigantesca di inversione, rispetto alla cultura dominante (o almeno quella dell'ultimo ventennio). Parlare del "dono" e della "gratuità" significa immergersi nello spazio "altro" fatto di partecipazione, solidarietà, fraternità e spingersi a ragionare su un elemento essenziale dell'agire umano che si considera appannaggio degli ingenui o dei santi (magari fosse regola anche in economia e in politica), Docenti come Zamagni e Bruni (che cito spesso) hanno scritto manuali di economia sulla economia della gratuità e della reciprocità. "Si può essere ricchi da soli, ma per essere felici bisogna essere almeno in due". Lascio a chi vuole la possibilità di approfondire tutto questo (e magari di iscriversi ai corsi di Economia Civile della SEC, la scuola di Loppiano, vicino Firenze).
La seconda riflessione riguarda l'aver acceso il riflettore sul senso di comunità attraverso le parole di un architetto come Renzo Piano. Rammendare le periferie urbane significa "rammendare" anche e soprattutto un tessuto sociale sfilacciato, fiaccato dalla crisi e dalla perdita di valori di base, come per me la solidarietà (tra persone, tra generazioni, tra simili). Se si uscirà dalla crisi, lo si potrà fare solo ritessendo i fili del nostro essere comunità (con territori da amare e da difendere).
Non so se questi due "indizi" sono casuali o meno. Forse no. E per questo complimenti al Ministero dell'Istruzione che ha avuto il coraggio di osare su terreni che fino a pochi mesi fa sarebbero stati oggetto di scherno. E che invece aiutano a riscoprire la grande tradizione umanistica e solidale del nostro Paese.