lunedì 28 luglio 2014

Big Bang. Crash. Gulp.

Un piccolo compitino facile facile (soprattutto per gli amministratori pubblici della mia città, cioè Roma). Provate ad osservare strade, vie, edifici, luoghi di incontro, bus, metropolitane, ecc. con lo sguardo di chi arriva nella Capitale per la prima volta, magari proveniente da Londra, Parigi, Berlino.
"Vedrebbe" cose che adesso, fiaccati dalla routinaria quotidianità che genera assuefazione, consideriamo parte dell'arredamento urbano o ineluttabile sciatteria italica. Marciapiedi sporchi, erbacce cresciute tra i tombini e negli spartitraffico, segnaletica rotta e mai riparata, asfalti approssimativi, buche riparate alla meno peggio, lampioni spenti ovunque.
Certo, molto dipende dalla civiltà degli abitanti (io per primo non esco con il mio cane se non ho il sacchetto per raccogliere i suoi bisogni), ma il resto no. Il resto dipende dalla attenzione degli amministratori locali per il territorio, per il decoro urbano, per la manutenzione ordinaria (che porta con sè anche aspetti legati alla sicurezza). Dipende dal senso di comunità che, partendo dai cittadini (che comunque in questi anni hanno visto sempre aumentare tasse e balzelli locali) si ripercuote su chi li amministra, forti del voto popolare.
Ho trascorso cinque giorni in un'altra grande capitale europea, Berlino. Dove gli autobus sono in orario, sono puliti e spaziosi; dove puoi arrivare in estrema periferia con trasporti integrati; dove non vedi una cicca per strada, dove i giovani utilizzano massicciamente la bicicletta per spostarsi; dove - in altre parole - avverti che chi ha il privilegio di vivere laggiù sente questa condizione come unica, da tutelare e proteggere.
Roma dal punto di vista storico ed archeologico è mille volte più importante di Berlino. Ha millenni di storia, ha segnato la storia del mondo, possiede ricchezze inestimabili ed ancora nascoste. Eppure è una città triste, ripiegata su se stessa. Spenta.
Una città che non è capace di recuperare le periferie, di integrare i trasporti, di inventarsi un unico biglietto per i musei, di rendere i siti archeologici accessibili in orari favorevoli ai turisti, di strutturare un unico portale attraverso il quale prenotare mostre, percorsi, alberghi, taxi, spettacoli teatrali. Di dotarsi di una "welcome card" con sconti e promozioni.... e potrei continuare.
Il tempo di permanenza medio di un turista a Roma è di due giorni, contro i 4 di Berlino o i 5 di Parigi e Londra. Forse un motivo ci sarà.
Trovo deprimente questa jattura che ci fa convivere da anni con una situazione che sembra immutabile, immodificabile, incancrenita.
Il Pd ha conquistato 15 Municipi su 15 ed in Campidoglio siede un Sindaco sostenuto dalla coalizione di centro sinistra. Ma che aspetta questo Partito a prendere in mano la situazione con proposte concrete, fattibili, a cominciare da un grande tavolo di confronto permanente tra tutti i soggetti pubblici e privati interessati all'offerta di servizi nella Capitale? L'Italia, con Renzi, non senza difficoltà sta provando a cambiare passo. Roma sembra immune da tutto ciò. Digerisce i suoi malanni con cinismo e fatalismo. Scusate ma non ci sto. Il tempo passa e non si vede nulla, ma proprio nulla, di nuovo e concreto (se non leggere di nuove commissioni di inchiesta sui tanti scandali che vanno dalle truffe all'Atac alle mazzette della metro C). Non basta essere contenti di passeggiare per via dei Fori imperiali per sentirsi in una città moderna e sicura.
Inizio a credere sia una questione di persone. Di capacità personali, di professionalità. Almeno spero sia così. Se fosse solo per ignavia o connivenze incancrenite sarebbe molto, ma molto peggio. Ma che tristezza.