martedì 18 giugno 2013

Tra Putin, Gheddafi ed Erdogan (ovvero, la livida rabbia dell'escluso)

Trovo gravissime e fuori da ogni logica le dichiarazioni di ieri di Berlusconi circa l'invito a non rispettare gli impegni assunti (da lui) in ambito europeo. Nel merito e nel metodo. Nel merito, perchè il nostro Paese sta a piccoli passi cercando strategie di uscite dalla crisi, con occhio attento agli equilibri di bilancio ma anche agli impegni assunti in un contesto comunitario. Dire spudoratamente "che fai, se non rispetto le regole mi cacci?" (mi ricorda il battibecco con Fini qualche tempo fa) è, a dir poco, ignobile.  Soprattutto, è il massimo dell'inaffidabilità. Che credibilità ha, difatti, un uomo politico che teorizza il fare come gli pare se un impegno non gli garba? Nel metodo, l'uscita non casuale l'ha fatta il giorno in cui i potenti della terra si riunivano in Irlanda. Stavolta a stringersi le mani, finalmente, alcuni quarantenni: Obama, Cameron, Letta.
Qua da noi Berlu inaugurava una casa di riposo tra le montagne del bergamasco e si faceva accarezzare le rughe da Maroni (tutto visto in tv).
Mi veniva da pensare che la sua fosse solo una invidia verde, profonda, oscura. Di essere fuori dai giochi e sentire che nessuno lo ricorda o lo rimpiange. Forse perchè, solo fino a pochi mesi fa, sbandierava  i suoi grandi rapporti con Erdogan, Putin e Gheddafi. Una grande visione europeista la sua, senza dubbio.

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