lunedì 10 giugno 2013

La grande Bellezza (e il grande Spreco).

Sabato ho visto "La Grande Bellezza", film di cui si parla molto, di Sorrentino. Con uno strepitoso Servillo come interprete principale. Quel Jep Gambardella che incarna una generazione fortunata, che ha vissuto gli anni del boom economico, ha potuto studiare, crearsi una professione. Eppure... si accorge, alla fine, di non aver realizzato nulla. Di avere buttato via doti e talenti. Di essersi lasciata vivere, perdendo le occasioni della vita, aspettando - come Godot - qualcosa "di più" (la grande bellezza) che non sarebbe mai arrivata.
Uscendo dal cinema pensavo che il titolo sarebbe potuto essere "il grande spreco".
Sullo sfondo, una Roma sontuosa nella sua bellezza. Quasi a dire che, in passato, ci sono stati uomini che le occasioni avute  le hanno sfruttate al meglio. Costruendo monumenti più duraturi del bronzo, lasciando ai posteri la Bellezza con la B maiuscola. Altro che Jep Gambardella.
Che alla fine, non mi fa pena, ma rabbia. Colto, sensibile, avrebbe potuto fare della propria vita qualcosa di meraviglioso. Per se stesso e per gli altri.
E' , alla fine, uno spaccato della nostra Italia di oggi. Che ha bisogno, lo ripeterò fino alla nausea, di ritrovare orgoglio di appartenenza, senso civico e di comunità. Superando le volgarità e la sciatteria. Io ho 53 anni e sono un po' più giovane di Jep Gambardella. Sento di avere ancora energie da impiegare in questo progetto, ma occorre che nasca una consapevolezza dal basso. Più di tanto noi cinquantenni non potremo fare. Spero nei nostri ragazzi, nella loro voglia di cambiare il mondo, ragazzi  che si impegnano (oggi ho saputo che saranno oltre 5 mila a frequentare i campi estivi di "Libera" discutendo di legalità),  tendenzialmente portati alla bellezza.  Sono loro la speranza di questo Paese. A patto di avere da noi adulti punti di riferimento e indicazioni certe. Solo così la grande Bellezza si potrà ritrovare.

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