mercoledì 12 giugno 2013

Il voto amministrativo è un riconoscimento al governo di larghe intese? Letta, ma che dici?

Di diplomazia il Pd può morire. Tra i tanti commenti sentiti nel dopo voto ammnistrativo (cappotto del centro sinistra, 16 a zero. E poi a Roma, mai successo nella storia, tutti e 15 i Municipi saranno adesso governati dal centro sinistra), mi ha dato enormemente fastidio quello di Enrico Letta, premier, che ha osservato: "Il voto è un riconoscimento al governo delle larghe intese".
Un riconoscimento???
Allora, capiamoci. Se il risultato delle amministrative fosse stato opposto (cappotto del centro destra), oggi, dico oggi, i falchi del Pdl con in testa Silvio, avrebbero iniziato la Campagna elettorale per far cadere il Governo a breve, andare alle elezioni ed incassare l'inatteso regalo degli elettori.
Invece il Pd che fa? Fa l'ennesimo favore al Pdl inserendolo, non richiesto neppure, nella valutazione post elettorale che avrebbe espresso il gradimento all'attuale esecutivo. Ma cosa spera Letta? Che tirando a campare 12 o 14 mesi lavorando su riforme incerte, una ripresa che imporrà ancora lacrime e sangue, alla fine il centro sinistra andrà all'incasso?
Non sono uno stratega politico, ma - dico "ma" - se il Pd iniziasse a mettere paletti, convocare il congresso, eleggere un segretario giovane, motivato e ben visto ormai da tutto il Paese (indovinate chi è) avrebbe il sacrosanto dovere di andare davanti agli elettori e dire: "Ok. Ci siamo. Ripartiamo".
Evitando umiliazioni degli svaniti Cinque Stelle, chiudendo per sempre - stavolta per sempre - la stagione del Berlusconismo. Ci vuole uno stratega per avere questa visione del futuro?
PS. Scrivo questo post legittimato dalla partecipazione ad una Campagna elettorale fatta tra la gente, che ha portato voti nuovi ed insperati al Pd ed al Sindaco Marino. E la gente, credetemi, la pensa come me.

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