martedì 1 ottobre 2013

Il grande statista

Il grande statista (sembrerebbe il titolo di una canzone di Samuele Bersani). Allora, il grande statista prima fa dimettere i suoi parlamentari, il che blocca naturalmente l'attività di governo chiamato, nelle stesse ore, ad assumere impegni di miliardi per il Paese (nessuna certezza di convertire i provvedimenti in legge); poi fa dimettere i suoi ministri rovesciando la frittata e facendo intendere che è per colpa del governo che non avrebbe evitato l'aumento dell'Iva..... Ma vabbè, andiamo oltre. Insorgono i Vescovi, la Confindustria, le Banche, le Assicuazioni, le piccole e medie imprese e gli stessi ministri "dimissionati" che a quel punto si mostrano recalcitranti; risale lo spread, crolla la borsa. Il grande statista, allora, dice "vabbè, ma possiamo comunque votare la legge di stabilità, poi ritoccare nuovamente l'Iva al ribasso e andare a votare". Si, ma per fare questo ci sono 2 strade: o si ritirano le dimissioni dei ministri e il governo va avanti come se nulla (o quasi) fosse successo, oppure in parlamento si vota la fiducia ormai richiesta (ovviamente, è il minimo) da Letta. Il grande statista allora capisce che è in una specie di vicolo cieco, da lui stesso imboccato. Comunque vada ci fa la figura che immaginate. Che grande Paese il nostro! Che uomini! Silvio, anni sereni (con il plaid sulle ginocchia) è il minimo che ti si possa augurare.

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