mercoledì 16 ottobre 2013

Il sorriso di Priebke.

«Non so se vale la pena di fare tanto rumore, intorno alla morte d’un nazista come Priebke. Non so nemmeno quanto conti il luogo e il modo in cui viene sepolto. Alla fine, da qualche parte deve pur essere messo. Io non proclamo la vendetta su un morto e credo che la gente non dovrebbe chiedere vendetta. Lui non è energia: è solo cenere e tenebre». Sono parole di un sopravvisuto alla Shoah, Aaron Appelfeld, oggi sul Corriere della Sera. Parole durissime. Più oltre aggiunge: "Queste sono persone che hanno vissuto seminando odio, morire raccogliendo odio è quasi una soddisfazione postuma. Vanno sepolte e basta, come si fa con tutti i grandi criminali. Senza onoranze. Senza parole. I loro delitti sono storia, la loro morte è solo cronaca».
Mi ha colpito molto il concetto di odio cercato, quasi una soddisfazione maligna. E mi è tornata in mente una immagine più volte mandata in onda dai Tg in questi giorni: è la sequenza in cui Priebke, in Tribunale a Roma, si fa spiegare dall'avvocato quello che ha appena sentito in italiano e non capisce: la sua condanna all' "ergastolo". In quella sequenza, Priebke non fa una piega, ma accenna ad un sorriso che raggela. E' il sorriso dell'odio ancora vivo. Di chi pensa: "siete ancora delle nullità".
A volte pensiamo che con il tempo l'odio si affievolisca. E' naturale sia così, tra umani. Ma ci sono persone, come Priebke, che si sono spinte talmente "oltre" da aver perso il senso della realtà, per non parlare della pietas che, almeno con l'età, dovrebbe farsi strada lentamente nell'animo e nel corpo che piano piano si consuma. Non è successo nulla di questo, con Priebke.
Penso dovrebbe essere questa, allora,  la "lezione" di questi giorni: il male non è un accidente, ma una scelta. La libertà dell'uomo consente questo. E il male o il bene sono il discrimine tra caos e armonia. Scegliere il caos significa vivere nelle tenebre. E nutrirsi del male stesso. Su questo dovremmo riflettere. E insegnare ai giovani che quanto accaduto settanta anni fa potrebbe, per questo, ripetersi se non si vigila.

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