venerdì 2 agosto 2013

Videomessaggi, bandiere e tasti rewind.

La colpevolezza di Berlusconi per frode fiscale è ormai accertata. Ciascuno valuti se, adesso, questo signore che ha monopolizzato, modellato a sua immagine, condizionato la vita politica italiana per venti lunghissim anni  è ancora degno di sedere in Parlamento o di esserne l'ago della bilancia.
La risposta è semplice. Non lo è. Come non lo era neppure prima, anche se tutti - nessuno escluso - hanno fatto finta di non vedere colossali conflitti di interesse ed anomalie al limite dell'eversione. Il risultato è l'Italia di oggi. Delusa, più povera, senza lavoro, affannata. Che consuma quel poco di ricchezza accumulata dalle generazioni precedenti.
Ma questo lo sappiamo.
Quello che volevo sottolineare è il patetico videomessaggio di Berlusconi rilanciato ieri da tutte le televisioni. Un videomessaggio. Non una intervista (nei momenti topici si sottrae ad ogni confronto). Un videomessaggio come quelli di buonanima Bin Laden, dei sequestratori colombiani e di chi preferisce lanciare al mondo il suo verbo. Senza contraddittorio. Con la sola differenza che dietro Berlusconi non c'erano in bella mostra kalashnikov, pietraie afghane o jungla sudamericana. Ma le bandiere italiana ed europea. Quasi a sottolineare la dimensione di uno "statista" vittima di complotti.
Questo, signori miei,  è vilipendio alla bandiera (esiste ancora questo reato?). Pensate se tutti i condannati per frode fiscale si facessero video da postare su YouTube con, alle spalle,  la bandiera dello Stato che hanno frodato . Siamo alla farsa. Una delle tante anomalie di questo ventennio.
Mi ero illuso che  sarebbe invece uscito dignitosamente di scena, in caso di condanna. Ma il personaggio è vittima di se stesso. Rivolge il nastro col tasto "rewind" e prova a tornare a venti anni fa, perfino rispolverando Forza Italia. Dimenticando però che questi venti anni li abbiamo tutti sulla pelle. Con i loro graffi ed i loro segni, per molti indelebili. Esca di scena, invece, dignitosamente. Almeno lo ricorderemo per una cosa buona.

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